Depressione e guida

Postato il 01 marzo 2016


Qualche volta capita di vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ma è un momento, oltre il quale ci si rende conto che è comunque mezzo pieno. Se ciò non avviene e ci si ostina a vedere solo la parte mancante, sempre, ad ogni occasione, allora c’è qualcosa che non va e questo qualcosa ha un nome: depressione.

1. Cosa è la depressione?

Per capire cosa è la depressione occorre parlare prima del “tono dell’umore”. Il tono dell’umore è quella sensazione psicologica per cui ci si sente felici o tristi: è alto quando ci troviamo in situazioni favorevoli e positive, è basso quando invece sono spiacevoli e negative. Si adatta quindi alle situazioni esterne e per le sue oscillazioni è definito “flessibile”. Può variare da un giorno all’altro o nel corso stesso della giornata, come conseguenza di problemi affettivi, sociali o di salute.

Nel  malato di depressione invece il tono dell’umore è sempre basso e non vi è nessun fattore positivo esterno che possa mutare tale atteggiamento.  Il depresso si sente vuoto, stanco, inadeguato, inutile, privo di energie e di speranza. Ha poca voglia di mangiare, dorme poco (e male) oppure eccessivamente, ha scarsa capacità di concentrazione ed è disattento, non prova interessi ed è scarsamente attivo. E’ un pessimista a 360 gradi.

2. Può la depressione influire sulla capacità di guida?

Gli aspetti propri della persona depressa che possono incidere sulla conduzione di un veicolo sono:

  • la ridotta capacità di concentrazione,

  • la ridotta attenzione,

  • la facile affaticabilità.

3. La depressione influisce sui movimenti?

Si, perché nel depresso i movimenti possono essere rallentati

4. La depressione influisce sui riflessi?

Si, anche i riflessi sono in qualche misura ritardati. Inoltre se la durata del sonno non è stata sufficiente, la probabilità che la vigilanza sia alterata è ulteriormente aumentata.

5. La depressione influisce sull’attenzione?

La persona depressa tende a concentrare la propria attenzione più sui propri pensieri e sulle proprie preoccupazioni che sugli stimoli e gli avvenimenti esterni, disattendendo la prerogativa di chi guida: controllo costante di ciò che sta davanti e dietro l’autoveicolo, per poter reagire prontamente ad ogni segnale di pericolo.

6. I farmaci  antidepressivi influiscono sulla guida?

I farmaci antidepressivi possono ridurre la prontezza dei riflessi e dare talvolta sonnolenza. Specialmente all'inizio del trattamento tali farmaci possono indurre sedazione, difficoltà a concentrarsi, lieve disorientamento, visione offuscata. Tali disturbi, interferendo con lo stato di vigilanza, influenzano negativamente la capacità di condurre un autoveicolo e quindi possono compromettere la sicurezza propria e altrui. Soprattutto nelle forme più gravi è la malattia stessa però a precludere la guida oltre che il medico a vietarla esplicitamente al paziente.

7. Si possono assumere alcolici mentre si fa terapia con antidepressivi?

No, sono assolutamente da evitare poiché potrebbero accentuare la sedazione propria dei farmaci antidepressivi. Spesso, però, nel depresso vi è una tendenza all’abuso di alcolici.

8. Il paziente depresso deve porsi qualche limitazione nella guida dell’auto?

Di solito chi soffre di depressione perde il desiderio e la voglia di fare qualsiasi cosa e quindi anche di guidare. E’ consigliabile, soprattutto se è in corso terapia farmacologica, che il paziente limiti gli spostamenti al volante della propria auto, per evitare guai a sé e agli altri, anche perché i movimenti sono rallentati, i riflessi ritardati, l’attenzione scarsa.

9. Quando una persona depressa può ritenersi sicura di guidare l’automobile?

Nel momento in cui le sensazioni personali e le valutazioni del medico curante coincidono nell’indicare un recuperato equilibrio psico-fisico.

10. Per una persona depressa che comunque vuole guidare, vi sono momenti della giornata migliori per condurre l’auto?

No, anche se alcune persone hanno un tono dell’umore migliore in alcuni momenti della giornata (ad esempio alla sera).