PORSCHE 911: la storia infinita

Postato il 24 Luglio 2008


Porsche 911

Dire Porsche e pensare alla 911 credo sia un tutt’uno. Tale è la continuità di questo modello da oltre 40 anni, da renderla un’icona automobilistica.

Due sono le serie fondamentali della 911: quelle con motore raffreddato ad aria (1963-1997) e le 911 col raffreddamento ad acqua (1998 ad oggi).

La storia di questa incredibile auto inizia alla fine degli anni ’50. La Porsche aveva in listino la 356, nata sulla base del Volkswagen Maggiolino e del suo 4 cilindri boxer raffreddato ad aria. La dirigenza riteneva che questa auto avesse oramai raggiunto il massimo del suo sviluppo con i 130 cv della 2.0 Carrera Gs.

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Si voleva rimanere fedeli all’impostazione tecnica della 356, al motore boxer raffreddato ad aria, ma si voleva nobilitare la nuova Porsche con un 6 cilindri di almeno 2000 cc di cubatura. La carrozzeria doveva identificarsi col modello che andava a sostituire ma doveva offrire una abitabilità tale da ospitare anche 4 persone.

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Nel 1961 lo sviluppo tecnico col nuovo motore poteva ritenersi concluso. Non altrettanto poteva dirsi della linea della carrozzeria. Solo alla fine del ’61 il nipote di Ferdinand Porsche, Butzi Porsche presentò la sua interpretazione, la 695. Non si poteva definire bella e neppure armonica nei suoi volumi. Tuttavia si vedeva già il frontale che avrebbe identificato la 911.

Ci vollero ancora altri due anni per arrivare al prototipo definitivo che venne presentato al Salone dell’Automobile di Francoforte del 1963, la 901. Prototipo ancora da affinare per cui la produzione e la commercializzazione non iniziò prima dell’anno successivo, il 1964. Cambiò anche il nome: da 901 a 911 ( si pronuncia nove undici) perché la Peugeot fece valere la sua esclusiva legale delle sigle a tre numeri con lo zero in mezzo.

Una curiosità: in Porsche il model-year (MY) termina sempre con la chiusura dello stabilimento di Zuffenhausen per le ferie estive. Alla riapertura si riparte con il model-year successivo: ad esempio le 911 prodotte da settembre 1975 sono indicate come MY 1976.

La nuova linea, più coerente con quella della progenitrice, sacrificò lo spazio a disposizione dei passeggeri posteriori e da 4 posti divenne una coupé 2+2.

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La linea riprende i canoni della 356. I parafanghi anteriori sovrastano il muso rastremato e terminano con due fari rotondi leggermente inclinati all’indietro. Il parabrezza, bombato è piuttosto verticale e il padiglione si raccorda con la coda inclinata caratterizzata dall’ampio lunotto e dalla griglia del motore.

Sui paraurti anteriori vengono aggiunti due rostri, i cerchi, in ferro da 4.5”x 15, sono calzati con gomme 165HR15. I tergicristalli hanno la battuta di arresto sulla parte sinistra.

Vediamo ora in dettaglio alcune sue caratteristiche tecniche.

Iniziamo dal motore:

Porche911

E’posteriore a sbalzo, boxer a 6 cilindri contrapposti di 1991 cc. (2.0)(diventerà il famoso “Flat Six”), con alesaggio di 80 mm e corsa di 66 mm.. Il raffreddamento è ad aria, l’alimentazione utilizza 2 carburatori Solex a triplo corpo,  la lubrificazione è a carter secco con serbatoio dell’olio separato (da vera sportiva), potenza di 130 cv a 6100 giri/minuto, rapporto di compressione 9:1, un albero a camme per bancata, comando a catena.

La trazione è posteriore, le sospensioni a quattro ruote indipendenti e barre di torsione, i freni tutti e quattro a disco. Il passo, cosiddetto “passo corto” è di 2.210 mm.

IL cambio ZF è a 5 rapporti sincronizzati e il differenziale è di tipo autobloccante. Il peso a vuoto è di 1080 kg, la velocità massima di 210 km/h, lo 0-100 viene coperto in 9.1 secondi.

Di serie disponeva di

  • Ancoraggio per le cinture di sicurezza

  • Bocchette di aereazione e riscaldatore elettrico della Webasto

  • Lava parabrezza elettrico

  • Lunotto termico

  • Deflettori alle porte anteriori

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Il cruscotto si distingueva per la sua originale strumentazione che rimarrà uguale sino alla 1997: 5 elementi circolari disposti l’uno accanto all’altro, di dimensioni descrescenti dal centro verso l’esterno.

Il contagiri, per confermare la sportività del modello, è disposto al centro di fronte al guidatore ed è di dimensioni maggiori  rispetto agli altri. Negli altri troviamo il tachimetro, gli indicatori livello olio e carburante, il termometro e manometro pressione olio, l’orologio analogico e diverse spie di servizio.

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La vettura disponeva anche di una confezione di vernice originale per eventuali ritocchi ed un set completo di attrezzi.

Furono prodotte pochissime coupé poiché l’auto subiva affinamenti continui. Infatti il passaggio alla produzione in serie comportò involontarie modifiche alla geometria delle sospensioni che resero la 911 instabile in rettilineo e in curva ad un iniziale, forte sottosterzo l’auto rispondeva con un violento sovrasterzo. Furono aggiunti dei pesi sull’anteriore per ridurre la distribuzione dei pesi sbilanciata sul posteriore.

Un altro problema era legato alla carburazione Solex che presentava un difetto di erogazione ai medi regimi. Il difetto fu risolto passando ai carburatori Weber 40 IDA (più facili da regolare) che originariamente erano destinati ai V6 della Lancia.

Bisogna aspettare il MY1967 per vedere delle novità, che si chiamano 911S e 911 Targa. Per tutte vi è il passaggio ai carburatori Weber.

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La prima, 911S (la S indica Super, versione con “qualcosa in più) presenta miglioramenti nel motore: ha valvole più grandi, modifiche all’albero motore e al profilo dei pistoni. La potenza cresce a 160 cv a 6.600 giri/minuto, il rapporto di compressione passa a 9.8:1, la coppia sale a 179 Nm a 5.200 g/min.. Si alleggerisce di 50 chili (1030 Kg.), la velocità massima raggiunge i 225 Km/h, lo scatto 0-100 Km/h scende a 7,6 secondi.

Compaiono gli splendidi cerchi Fuchs. Sono cerchi fucinati disegnati sempre da Butzi Porsche e prodotti dalla “Otto Fuchs KG” di Meinerzhagen. Tanto fu entusiastica l’accoglienza che venne offerto (come optional) fino al 1989, con la 911 Carrera.

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Contemporaneamente viene presentata una versione aperta: la 911 Targa, in onore della Targa Florio, famosa gara percorsa sule strade della Sicilia, che vide molti successi della casa di .

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Questo modello è caratterizzato da un roll-bar fisso, da un tetto rigido asportabile anteriore e da un lunotto ripiegabile posteriore che fu poi rimpiazzato da un lunotto fisso in vetro.

Questo modello è caratterizzato da un roll-bar fisso, da un tetto rigido asportabile anteriore e da un lunotto ripiegabile posteriore che fu poi rimpiazzato da un lunotto fisso in vetro.

 

Col MY 1968 (prende il nome di serie A) la 911 diventa 911L (invariate le sue caratteristiche tecniche ma è meglio rifinita), la 911S  ha nuove maniglie alle porte, parabrezza stratificato, specchio retrovisore esterno di maggiori dimensioni, doppio circuito frenante, cerchi5.5” x 15”. Entra in listino la 911T (touring), versione depotenziata, più economica. Il motore, sempre della medesima cilindrata, è meno spinto ed eroga 110 cv a 5800 g/min, il rapporto di compressione è 8.6:1, la coppia 157 Nm a 4200 giri/min., il cambio a 4 marce, il peso sempre di 1080 kg, velocità massima 200 Km/h, lo scatto 0-100 in 10 secondi.

Con questi modelli diviene disponibile il cambio semiautomatico Sportomatic 905 a 4 rapporti: si cambia sempre con la leva del cambio ma non vi è la frizione.

Con i MY 1969 cresce il passo che diventa di 2268 mm. dai 2211 precedenti (58 mm in più), per rendere meno nervoso il comportamento stradale. Vengono modificati i parafanghi  e  ristilizzati i gruppi ottici. Scompare la 911L. La versione base rimane la 911T a carburatori . Infatti per le altre versioni (911E e 911S) i carburatori vengono sostituiti dall’iniezione meccanica Kugelfisher Bosch ed i modelli verranno indicati con lLa sigla E  (E sta per Einflößung, iniezione in tedesco). La 911E ha potenza di 140 cv e la 911S di 170 cv.

Altre piccole variazioni: assenza dei deflettori, fari alogeni, maggiore imbottitura dei sedili, volante dal diametro minore, 2 batterie da 35Ah.  Le 911E ed S montano cerchi da 6”x 15”.

La versione targa beneficia di un lunotto fisso di cristallo con sbrinatore integrato.

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I MY1970 (serie C)  e  MY 1971 (serie D). Crescono di cilindrata: il motore passa da 1991 a 2195cc. (2.2), con pistoni Biral (canna in ghisa con fuse attorno alette di alluminio),  si fa uso di lega di alluminio per il basamento che assieme ad altre modifiche riducono il peso a 1020 Kg.. Adeguata la frizione alla maggiore potenza (diametro 225 mm.).  Infatti i cavalli salirono a 125cv per le T a carburatori (optional il cambio a 5 marce), a 155cv per le E (a iniezione) e a 180cv per le S (optional il differenziale autobloccante). Su tutte le versioni i freni a disco sono ventilati e ci sono le barre stabilizzatrici.  Pianale e passaruote subiscono un trattamento anticorrosione. Cambia la disposizione delle marce: la prima è in basso a sinistra. Con i MY1971 compaiono profili in gomma sui paraurti anteriori e posteriori.

Nei  MY1972  (serie E) la cilindrata passa da 2195 a 2341 (2.4). Le potenze crescono:

la T ha 130 cv a 5600g/min., coppia Nm 196 a 4000 g/min, peso a vuoto Kg. 1050, velocità massima 205Km/h, accelerazione 0-100 km/ 9.5 secondi.

la E ha 165 cv a 6200 g/min, Coppia Nm 206 a 4500 g/min, peso a vuoto Kg. 1075, velocità massima Km/h 220, accelerazione 0 - 100 Km/h 7.9 sec.

la S ha 190 cv a 6500 g/min, coppia Nm 216 a 5200 g/min, peso a vuoto Kg. 1075, velocità massima Km/h 230, accelerazione 0 - 100 Km/h 7 sec.

Il serbatoio dell’olio viene spostato davanti alla ruota posteriore destra tra passaruota posteriore e portiera destra con il bocchettone di rabbocco esterno sotto il finestrino posteriore dello stesso lato. Per ridurre la portanza dell’avantreno compare sulla S uno spoiler anteriore, offerto come optional sulle altre versioni.

Nel MY1973 (serie F) il passo cresce di altri 3mm. Scompare lo sportello esterno per il rabbocco dell’olio e la marmitta è ora in acciaio inossidabile.
Il modello 2,4S ha il serbatoio da 85l, e la ruota di scorta si riduce ad un ruotino gonfiabile con un compressore, collegabile all’accendisigari. Questo accessorio è presente anche sulle odierne 911. Le cornici delle luci di posizione e delle frecce non sono più cromate, ma nere, mentre la E viene equipaggiata con lo spoiler anteriore finora appannaggio della S.

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Nel 1972 viene lanciata una delle tante leggende Porsche: la 911 Carrera RS 2.7 disponibile solo in versione coupé. Il nome Carrera deriva dalla “Carrera Panamericana”, durissima gara automobilistica messicana che vide le Porsche vittoriose negli anni ’50.

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Il motore (type 911/83) cresce a 2.687 cc., i cilindri sono in Nikasil pistoni alleggeriti a testa piatta. Il Nikasil è un trattamento del rivestimento interno dei cilindri (in alluminio) a base di Nickel-Carburo di Silicio, che permette di aumentare l'alesaggio, senza compromettere la robustezza, e di ridurre gli attriti interni (quindi più potenza a parità di cilindrata).

Il rapporto di compressione è 8.5:1, la potenza di 210 CV a 6.300 g/min, la coppia Nm 255 a 5.100 g/min, il cambio type 915/08 è a 5 rapporti con 4° e 5° marcia allungate rispetto alla 2.4, frizione rinforzata, velocità max 240 Km/h, 0 - 100 Km/h in 6.3 secondi.

I primi 500 esemplari (costruiti alla fine del 1972 per ottenere l’omologazione in categoria GT) furono denominati Lightweight o Sport (opzione M471) per la loro leggerezza: cofani e portiere erano di alluminio, alcuni elementi della lamiera non strutturali ed i vetri diminuirono di spessore, fu costruito appositamente uno chassis anteriore di alluminio, il serbatoio della benzina ed i paraurti erano in plastica, furono eliminate alcune rifinitura, furono aboliti i materiali per l’insonorizzazione, i sedili posteriori (2 posti secchi con sedili sportivi) ed altro per portare il peso a vuoto a soli 900 Kg, per un rapporto peso/potenza di… I passaruote furono allargati per ospitare i cerchi Fuchs con canale da 7”x15”. Era riconoscibile per il celebre alettone posteriore in vetroresina integrato al cofano posteriore, dal quale usciva perpendicolarmente, da cui il nome “a coda di anatra” (Entenbürzel per i tedeschi, Duck-Tail per gli anglofoni, Queue de Canard per i francesi). Fu studiato per ridurre la deportanza (al 70%) del retrotreno, in modo tale da renderla ben aderente all’asfalto anche alle alte velocità. Tuttavia le autorità tedesche osteggiarono questo alettone perché ritenuto pericoloso per pedoni e ciclisti. Questa coda fece coniare l’appellativo di “paperetta” per la RS. Altre esclusive caratterizzazioni estetiche di questo modello erano le strip adesive sulla fiancata ed i cerchi (in lega) in tinta con le strip.

Fu allestita, per chi desiderava un’auto meno spartana, anche una versione RS Touring, con dotazione simile alla 2.4S. La grande accoglienza del pubblico fece sì che alla fine furono 1500 le RS prodotte, non tutte però con la coda di papera.

Venne anche costruita una versione apposta per le gare, la Rennen RS (RSR), con propulsore portato a 2,8 litri e 300cv.

Dall’anno-modello successivo, vi sarà la prima vera e propria modifica estetica al modello 911, imposta dalle nuove norme USA sulla sicurezza e l’inquinamento.

Infatti con i MY 1974 vennero adottati i paraurti tipo America (paraurti ad assorbimento di energia): divennero più grandi  con soffietti neri tra paraurti e carrozzeria per il montaggio di supporti cedevoli. I gruppi ottici posteriori sono ora uniti da una fascia trasparente rossa che ingloba i retronebbia. La cilindrata passa a 2.687 cc. e per tutti i motori si usano cilindri trattati in Nikasil.

Tutte le versioni sono dotate del sistema di alimentazione ad iniezione Bosch K-Jetronic. L’adozione dei sistemi antinquinamento impedì di aumentare la potenza dei motori.

Tre la varianti:

911 standard, 150 cv a 5700g/min, rapporto di compressione 8:1, coppia Nm 235 a  3800 g/min, peso a vuoto kg. 1075, velocità massima 210 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 8.5 secondi.

911S, 175 cv a 5800 g/min, rapporto di compressione 8.5:1, coppia Nm 235 a 4000 g/min, peso a vuoto kg.1075, velocità massima 225 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 7.6 secondi.

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911 Carrera,  210cv a 6300 g/min, rapporto di compressione 8.5:1, coppia Nm 255 a 5100 g/min, peso a vuoto kg. 1075, velocità massima 245 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 6.3 secondi.

Per tutte disponibili sia la versione targa che coupé.

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Vengono proposti nuovi cerchi, prodotti dalla ATS in collaborazione con Porsche: sono i cosiddetti cookie-cutter; non riscuotono però la stessa accoglienza riservata ai Fuchs.

In questo periodo escono tre varianti RS. La Carrera RS 3.0, prodotta in 109 esemplari,

 necessari per l’omologazione per correre in gruppo 3. La cilindrata è di 2.993 c.c. con potenza di 230 CV a 6.200 g/m,  rapporto di compressione 9.8:1,  coppia massima di 275 Nm a 5.000 g/m, il peso ridotto a 900 Kg.,  velocitàmassima 240 Km/h con accelerazione 0-100 km/h in 5,5 sec

I passaruota posteriori vengono allargati  e compare l'alettone posteriore orizzontale Whale-tail o a Coda di Balena.

La Carrera 3.0 RSR costruita in un centinaio di esemplari per gareggiare: il motore è  di 2.992 cc. con una potenza inizialmente di 315 cv, portati poi a 330.  Con questa macchina la Porsche il 13 Maggio 1973 vince l'ultima Targa Florio (è l'undicesima vittoria, record assoluto per questa gara) guidata dall'olandese Gijs van Lennep e dallo svizzero Herbert Müller.

Infine la Carrera RSR Turbo, costruita in soli 4 esemplari. La cilindrata è di soli 2.142 cc., ma l’utilizzo di un turbocompressore KKK a 1.4 bar le consente di disporre di 470 CV e di portarla a 298 km/h.

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Con i MY 1975 si apre l’era del motore turbo per le Porsche di produzione. Nasce infatti la 911 Turbo stradale, conosciuta con la sigla 930 Turbo. Il motore raggiunse i 2994 cc.. con rapporto di compressione 6.5:1, potenza di 260 cv a 5500 g/min., coppia di 343 Nm a 4000 g/min. Il peso a vuoto è di 1140 kg, la velocità massima di 250 km/h con una accelerazione 0-100 km/h di 5.5 secondi. Il motore è alimentato da 2 pompe elettriche rotative e si avvale di un turbocompressore "3LDZ" con intercooler che produce una pressione max di 0,8 bar, girando tra gli 80.000 ed i 100.000 giri. L’impianto d'iniezione è il Bosch K-Jetronic. Il cambio era a sole 4 velocità (con disco frizione di 240 mm. di diametro) per salvaguardare il motore dagli alti valori di coppia offerti della turbina e garantire così una adeguata affidabilità alla vettura. La Turbo è equipaggiata con ammortizzatori Bilstein, barre stabilizzatrici ant. e post. (18 mm. di diametro), freni a doppio circuito con dischi ant. e post. ventilati.

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La 911 Turbo, disponibile solo in versione coupé, era riconoscibile per la carrozzeria allargata, l'ampio alettone posteriore (che incorporava l'intercooler), i cerchi sportivi con pneumatici maggiorati (dietro erano più grandi che davanti), lo spoiler anteriore più pronunciato e la verniciatura in nero opaco di tutte le parti cromate. Minime le modifiche all'interno..

Nello stesso anno  la Carrera venne proposta anche negli Stati Uniti ma a causa dei dispositivi antinquinamento la potenza scese da 210 a 200cv.

Sulla 911 Carrera Targa il roll-bar viene colorato di nero opaco. Nessuna variazione per gli altri modelli coupé.

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Per celebrare i 25 anni di attività, la Porsche costruisce una tiratura limitata ai  400 modelli di 911, 911S e 911 Carrera denominati Jubiläusmodell, o più comunemente Anniversary. Sono numerati ed hanno la carrozzeria verniciata in argento metalizzato,  con gli interni in blu-nero ed una placca distintiva con la numerazione  sullo sportello del vano portaguanti.

I MY 1976 sono disponibili in 3 motorizzazioni: 911 2.7, 911 Carrera 3.0 (che mantengono gli allestimenti Coupé e Targa) e 911 Turbo (Coupé). Tutti i modelli sono ora costruiti con carrozzerie di lamiera d'acciaio zincata a caldo, con 6 anni di garanzia contro la corrosione.

La 911 2.7 ha cilindrata di 2.687 cc., rapporto di compressione 8.5:1, potenza di 165 cv a 5800 g/min., coppia Nm 235 a 4000 g/min, peso a vuoto di kg.1120, velocità massima di 210 km/h.

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La 911 Carrera 3.0 ha cilindrata di 2994 cc., rapporto di compressione 8.5:1, potenza 200cv a 6000 g/min., coppia di 255 Nm a 4200 g/min, peso a vuoto di 1120 kg., velocità massima di 230 km/h.

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La 911 turbo ha la stessa cilindrata della Carrera, rapporto di compressione 6.5:1, potenza di 260 cv a 6300 g/min., coppia di 343 Nm a 4000 g/min., peso a vuoto di 1195 kg., velocità massima di 250 km/h.

I MY 1977 presentano degli affinamenti quali il servofreno sui modelli Carrera 3.0 e Turbo, i deflettori delle portiere fissi su tutti i modelli e non più apribili a compasso ,  con blocco dell'apertura delle portiere dall'interno tramite un pomello azionabile in senso rotatorio.

La produzione MY 1978 della 911 si riduce a 2 modelli: la 911 SC (Super Carrera, cioè motore Carrera con allestimento S), in versione Coupè e Targa, e la 911 Turbo (solo in versione Coupé) con un nuovo motore di 3.300 cc., con (novità) lo scambiatore di calore aria/aria, cioè l'intercooler.

Se le sigle sono solo due, ma in effetti i modelli prodotti sono di più per adeguarsi alle differenti normative mondiali sui gas di scarico.

Così la 911 SC è prodotta in 6 versioni differenti del motore di 2.994 cc.: 1) versione con cambio manuale e motore a benzina con Pb - 2) versione con Sportomatic e motore a benzina con Pb - 3) versione con cambio manuale e motore a benzina senza Pb per USA - 4) versione con cambio manuale e motore a benzina senza Pb per Giappone - 5) versione con Sportomatic e motore a benzina senza Pb per Giappone - 6) versione con cambio manuale e motore a benzina senza Pb per California.

La 911 Turbo, invece, è prodotta in 4 versioni (USA, Giappone, California, resto del mondo); non vengono prodotte quelle con trasmissione Sportomatic. Aveva freni a disco da corsa autoventilanti con pinze a quattro pistoncini.

Esteticamente le uniche modifiche per le 911 SC e Targa riguardavano la verniciatura in nero opaco dei particolari prima cromati.

Riguardo ai motori la 911 SC e Targa hanno cilindrata sempre di 2994 cc. con rapporto di compressione 8.5:1, potenza di 180 cv a 5500 g/min, coppia di 265 Nm a 4200 g/min, peso a vuoto 1160 kg, velocità massima 225 km/h, accelerazione 0-100km/h in 7 secondi netti.

La 911 Turbo cresce in cilindrata a 3.299 cc. e adotta iniezione elettronica anziché quella meccanica. La potenza sale a 300 cv a 5500 g/min con rapporto di compressione 7:1, coppia di 412 Nm a 4000 g/min, peso a vuoto di 1300 kg, velocità massima di 260 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 5.4 secondi.

I MY 1979 sono praticamente invariati.

Anche i MY 1980 esteticamente sono simili ai precedenti. Meccanicamente la 911 SC ha ora una potenza di 188 cv ed è dotata di una ventola di raffreddamento di maggiori dimensioni. La 911 Turbo presenta un impianto di scarico con due terminali. Per il mercato Usa viene introdotta la sonda lambda.

Con i MY1981 la 911 SC tocca quota 204 CV di potenza a 5900 g/min.

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Il rapporto di compressione sale a 9.8:1, la coppia Nm 267 a 4300 g/minuto. Il peso è di 1160 kg, la velocità massima di 235 km/h con accelerazione 0-100 di 6.8 secondi.

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Invariate le caratteristiche tecniche della Turbo.

Non vi sono variazioni estetiche per i MY1982. I cerchi ATS sono ora verniciati di colore nero e per la 911 SC è disponibile come optional l’alettone integrato al cofano motore.

La novità dei MY 1983 vi è la nascita della versione totalmente scoperta: la 911 SC Cabriolet. La capote è costruita in maniera tale da avere una forma stabile anche alle alte velocità. Inoltre contribuisce all’irrigidimento della vettura unitamente alle misure prese sul pianale.

I retrovisori esterni sono ora a comando elettrico.

Con i MY 1984 scompare la 911 SC che viene sostituita dalla 911Carrera 3.2, che sarà la 911 raffreddata ad aria più venduta. Esteticamente uguale (solo i fari antinebbia, inseriti nello spoiler, cambiano diventando rettangolari). La cilindrata sale a 3.164 cc., con una potenza di 231 CV a 5900 g/min, coppia di 284 Nm a 4800 g/min, il rapporto di compressione passa da 9.8 a 10.3:1. Il peso a vuoto è di 1160 Kg, la velocità massima di 245 Km/h, lo 0-100 km/h è coperto in 6.1 secondi.

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Il sistema di alimentazione meccanica viene sostituito da un sistema elettronico digitale che controlla l’iniezione e l’accensione: il sistema DME (Digital Motor Elektronik) Bosh Motronic. Anche l’impianto frenante viene adeguato alle migliorate prestazioni. Nel listino compare l’opzione M491 ufficialmente chiamata Supersport ma più comunemente conosciuta come Turbo Look: ovvero come trasformare l’aspetto di una Carrera 3.2 sostituendo i lamierati di origine con quelli della 911 Turbo. E’ una opzione inizialmente pensata per il mercato statunitense che non può importare la 911 Turbo, ma presto estesa al Vecchio Continente.

Nulla di nuovo per quanto riguarda le caratteristiche della 911 Turbo.

I MY 1985 presentano solo affinamenti al cambio (sincronizzazione e rapporti più corti). L’antenna radio viene integrata nel parabrezza.

Per la normale produzione il 1985 non è quindi un anno di particolari novità. Lo sarà invece per una versione davvero unica: la Porsche 959, declinata in una versione Parigi-Dakar (con i colori dello sponsor Rothmans), in una versione Le Mans e in una versione stradale.

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Cosa la rende unica? Commercialmente il numero limitato di esemplari e il prezzo che la renderanno disponibile solo per pochi eletti.

Tecnicamente ecco le sue peculiarità:

Il telaio ha struttura autoportante in alluminio e la trazione integrale permanente.

Il motore è sempre posteriore 6 cilindri boxer biturbo (2 turbocompressori KKK con intercooler), bialbero a camme in testa con 4 valvole per cilindro. La cilindrata è di 2.851 cc. e la potenza massima di 450 CV a 6500 g/min, con coppia di 500 Nm a 4500 g/min. gestiti da un cambio a 6 marce. L’iniezione elettronica è la Bosch Motronic a comando digitale. Il peso è di 1450 Kg . La velocità massima è di 315 Km/h mentre lo scatto 0-100 è coperto in 3.9 secondi e lo 0-200 Km/h in 14.3 secondi.  

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Per i MY 1986 nessuna variazione estetica ma miglioramenti agli ammortizzatori ( a gas Boge),  alle barre antirollio e alla garanzia contrattuale che diventa di 10 anni per la carrozzeria, di 3 anni per la verniciatura, di 2 anni senza limiti di chilometraggio sul resto dell’auto, di 1 anno sui ricambi originali. Sono disponibili nuovi cerchi che ricordano il disco dei vecchi telefoni: sono i “dial-wheels”.

Con i MY 1987, frutto delle esperienze maturate con la 959, viene adottata una nuova trasmissione, la G50. E’ un 5 marce della Getrac dotato di sincronizzatori  Borg-Warner anche per la retromarcia e con frizione idraulica.

Esce una versione alleggerita (di soli 50 kg, ottenuti eliminando il sistema elettrico per i vetri laterali ed i sedili oltre all’autoradio ) della 911 Carrera 3.2: la CS. Prodotta in soli 340 esemplari, presenta ruote da 16”, ammortizzatori sportivi, il motore colorato in blue, un regime massimo di rotazione del motore portato a 6.840 g/min. Guadagna 2 decimi nello 0-100 km/h: 5.9 secondi.

La Turbo 3.3 è ora presente nelle tre versioni, coupé anche con un nuovo frontale: il Flachbau o Slant-Nose. E’ un frontale spiovente offerto come optional (opzione M506). Si caratterizza per  i fari a scomparsa, per diversi sfoghi d’aria e per il potenziamento del motore a 330 CV a 5500 g/min, a seguito di interventi sui profili degli alberi a cammes, sulla pressione della turbina e sull’intercooler.

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Il 5 Giugno 1988 veniva festeggiate la 250.000° 911 prodotta e per tale occasione fu assemblata una edizione ridotta a 875 esemplari della Carrera 3.2 Coupé, di colore blu-diamante metallizzato, con i cerchi dello stesso colore e sedili in pelle blu-argento.

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Con i MY 1989 fa la suaapparizione la Speester (opzione M503) , versione scoperta della Carrera 3.2, caratterizzata dal parabrezza di ridotta altezza a ricordare la Porsche 356 speester degli anni ’50 e calotta aerodinamica in plastica al posto dei sedili posteriori. Fu venduta in due versioni: Slim, con carrozzeria stretta e allargata Turbo look. Ne furono vendute 2065, di cui 1894 Turbo look.

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A Giugno venne lanciata la 911 Carrera 4 (serie "964"), con tantissime novità tecniche ed estetiche. Da punto di vista tecnico si segnalava l'adozione della trazione integrale permanente e di un motore a cilindrata maggiorata a 3600cc con doppia accensione e 250cv. I freni ottennero l'ABS di serie, mentre lo sterzo era servoassistito. Esteticamente c'erano nuovi paraurti (lisci e maggiorati), diversi cerchi, inedito alettone posteriore retrattile e interni rivisti (pannelli porta, sedili, plancia). Le versioni disponibili erano coupé, targa e cabriolet.

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I Modelli Anno 1989 sono ancora in gran parte della serie 3.2 , ma esce anche la prima versione della nuova Porsche 911 Carrera 4, meglio conosciuta con la designazione di progettazione: type 964. Anche se esteticamente continua a ricalcare le classiche linee della 911, l'87% delle componenti è completamente nuovo! Come il motore di 3600 cc. (M64/01), con due candele per cilindro, con gli alberi a camme comandati da una catena a rulli Duplex, con l'azionamento separato per la ventola di raffreddamento e per l'alternatore, con un radiatore dell'olio munito di ventilatore a due velocità, con un albero a gomiti completamente rinnovato, iniezione sequenziale comandata elettronicamente e regolazione dell'anticipo con un sensore per ciascuna bancata cilindri (per evitare il battito in testa), un nuovo catalizzatore metallico, una nuova trasmissione (G64/00), disco frizione a secco a comando idraulico... ed altro ancora, ma soprattutto con 4 ruote motrici.

La C4, in situazioni normali, ripartisce la trazione al 31% sull'assale anteriore ed al 69% sul posteriore, ma questa ripartizione varia con il variare del "grip" di ogni ruota sul terreno, grazie all'azione combinata, attraverso la centralina elettronica, di tre differenziali (anteriore, posteriore e centrale) con i sensori dell'Abs. Se la centralina elettronica registra una differenza del numero dei giri delle ruote superiore agli 0,8 Km/h circa, entrano in azione i dispositivi di bloccaggio idraulico longitudinale e trasversale a favore dell'asse che in quel momento può trasmettere più trazione (PDAS: Porsche Dynamische Allrad Steuerung, cioè Controllo Dinamico di Tutte le ruote Porsche).

Con la Carrera 4 inizia l'era degli spoilers automatici: a vettura ferma lo spoiler è abbassato (foto in alto a Sx), in movimento lo spoiler si alza elettricamente (foto sopra) quando si raggiungono gli 80 Km/h di velocità, per ritornare in posizione abbassata a 10 Km/h.

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Con i MY 1990 si completa la gamma delle 964 aspirate, con l'arrivo della Carrera 2 (con le stesse caratteristiche della Carrera 4, eccetto per la trazione sulle sole ruote posteriori) e gli allestimenti Targa e Cabriolet per ambedue i modelli. Con la Carrera 2 arriva anche il cambio Tiptronic a 4 marce: con la leva del cambio in posizione D, si innestano le marce superiori con uno spostamento in avanti della leva e quelle inferiori con uno spostamento indietro. Per la Carrera 2 è disponibile anche il cambio meccanico a 5 marce (G50/03). Per la Carrera 4 è solo disponibile il cambio meccanico 5 marce (G64/00). La Carrera 2 si differenzia dalla Carrera 4 (in riferimento ai dati riportati in tabella) per il peso a vuoto di 1350 Kg. (con cambio manuale) e di 1380 Kg (con Tiptronic), per la velocità max e lo 0 - 100 che, invariati rispetto alla Carrera 4 nel modello a cambio manuale, nel modello con Tiptronic risultano rispettivamente di 256 Km/h e di 6.6 sec. Sui modelli con Tiptronic fa' la sua prima comparsa il computer di bordo (con dati sulle medie di consumo carburante e velocità, temperatura esterna, tachimetro digitale, contachilometri parziale ed indicazione dell'autonomia in Km. rispetto al carburante residuo).

I MY 1991 subiscono poche modifiche, ma vedono l'arrivo del modello turbocompresso: 911 Turbo (965) in versione Coupé, Targa e Cabriolet. Nuovo motore M30/69, con il fido impianto d'iniezione K-Jetronic, scambiatore di calore maggiorato e catalizzatore metallico = + potenza e – inquinamento! Inoltre nuovo cambio G50/52 con differenziale autobloccante meccanico ZF, sospensioni a ruote indipendenti McPherson con bracci trasversali in lega leggera, bracci diagonali in lega al retrotreno, barra stabilizzatrice da 21 mm. anteriormente e da 22 mm. al retrotreno, nuovi cerchi in lega con il bellissino disegno a 5 razze CUP. Novità assoluta le ruote da 17" su una vettura stradale.

1992: Sempre in produzione la Carrera 2, la Carrera 4 (negli allestimenti Coupé, Targa e Cabriolet) e la Turbo Coupé, tutte senza particolari modifiche. Entra sulla scena la Porsche 911 Carrera RS, negli allestimenti base, America e N/GT. Novità dell'anno anche la Carrera 2 Cabriolet in versione Turbo Look.

Con i MY 1992, tutte le versioni hanno gli specchietti a goccia e i cerchi a 5 razze (CUP), precedentemente presenti solo sulla versione Turbo.