MALATTIA DA GRAFFIO DI GATTO

Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
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Malattia graffio di gatto

La malattia da graffio di gatto (MGG), detta anche bartonellosi, è una malattia batterica, una zoonosi (malattia trasmessa da un animale all’uomo) causata, nella stragrande maggioranza dei casi (95%) dalla Bartonella henselae, un batterio Gram negativo. Altri agenti infettanti sono la Afipia felis (Afipia è un acronimo latineggiante derivato dall’istituto che lo ha isolato, l’Armed Forces Institute of Pathology e felis un riferimento al vettore vertebrato che trasmette l’infezione all’uomo). A questi ultimamente si è aggiunta la Bartonella clarridgeiae.

La prima descrizione della malattia si deve a Henri Parinaud nel 1889 ma fu il Dott. Robert Debré nel 1931 a riconoscere nel gatto il vettore della malattia coniando il termine attualmente in uso. L’agente infettante fu identificato nel 1985 dapprima col nome di Rochalimaea henselae e successivamente col nome ora in uso di Bartonella henselae.

Malattia da graffio di gatto

La trasmissione dell’agente infettante tra i gatti avverrebbe ad opera della pulce del gatto (Ctenocephalides felis). Si ritiene che l’8% dei gatti domestici e il 13% di quelli randagi sia infetto.

L’uomo si contagia a seguito di graffio, morso o leccata  (su cute lesa) di gatto, più spesso gattini, senza che l’animale dimostri segni di malattia, rendendo impossibile giudicare quale gatto possa essere veicolo di malattia: è un tipico reservoir dell’infezione.

La MGG è più comune nei bambini.

L’incubazione varia tra i 3 ed i 12 giorni ed è seguita dalla comparsa di una o più papule o pustole nel punto di inoculazione (primo segno della malattia).

Dopo 1-3 settimane le lesioni cutanee scompaiono senza lasciare cicatrici e ad esse si sostituisce il classico segno della MGG: l’ingrossamento dei linfonodi ascellari e meno frequentemente di quelli cervicali e inguinali. I linfonodi gonfi sono spesso dolenti, la cute sovrastante è talvolta arrossata; possono suppurare spontaneamente nel 20% dei casi.    

Nella metà dei pazienti possono essere presenti sintomi di carattere generale, solitamente di modesta entità:

Malattia da graffio di gatto

Meno comuni

A livello cutanea può comparire, in maniera transitoria e quindi di breve durata, una eruzione maculopapulosa (5% dei casi).

La malattia  ha una prognosi eccellente e solitamente si risolve spontaneamente in 6-12 settimane senza alcun intervento terapeutico; la linfoadenopatia può però persistere per mesi prima di scomparire.

Più raramente la MGG può complicarsi per l’interessamento di alcuni organi. Si potrà così avere: la sindrome oculoghiandolare di Perinaud (6%), l’encefalopatia (2%),  la neuroretinite, il granuloma epatico (0.3%), l’osteomielite (0.3%), la malattia polmonare (0.2%).

La sindrome oculoghiandolare di Perinaud è una poco comune presentazione della MGG ed si manifesta a seguito dell’inoculazione congiuntivale del batterio. Si tratta di una congiuntivite granulomatosa unilaterale con linfoadenoparia preauricolare ipsilaterale. Si manifesta con l’occhio rosso, irritato e dolente, febbre, stato generale di malessere, possibile aumento della lacrimazione, ingrossamento dei linfonodi situati davanti all’orecchio.

L’encefalite (disfunzione generalizzata del cervello) si manifesta con confusione, agitazione, disorientamento, convulsioni e coma. Può essere presente una transitoria rigidità nucale. L’encefalite di solito segue lo sviluppo della linfoadenopatia di 1-3 settimane ma può anche precederla o presentarsi anche in sua assenza. Nonostante la gravità del quadro clinico e la durata (giorni o settimane), la prognosi è favorevole.

La neuroretinite, si manifesta quando sono interessati la retina ed il nervo ottico. E’ caratterizzata da improvvisa perdita della vista di un occhio. Spesso segue la linfoadenopatia o una sindrome similinfluenzale. Si risolve spontaneamente.

Nei soggetti immunodepressi si può avere:

L’angiomatosi bacillare. E’ primariamente una lesione cutanea vascolare che può estendersi all’osso o essere presente in varie aree corporee.

La peliosi bacillare è caratterizzata da coinvolgimento del fegato e della milza, interessate da cisti ematiche.

Nella diagnostica differenziale debbono essere tenute in considerazione:

Lo sviluppo di test sierologici ha permesso di avere una conferma di laboratorio al sospetto clinico. Si usano l’EIA (enzyme immunoassy) e l’IFA (immunofluorescence assay).

Malattia da graffio di gatto

La biopsia del linfonodo permette di evidenziare aspetti indicativi della malattia (granuloma, ascessi stellati, infiltrato linfocitario). Colorazioni particolari (metodo dell’impregnazione argentica di Warthin-Starry)  evidenziano i bacilli, piccoli, incurvati, gram negativi.

Il trattamento della MGG è puramente sintomatico, risolvendosi la malattia spontaneamente in 2-4 mesi. Si useranno quindi antipiretici ed analgesici. Si applicheranno impacchi caldi sui linfonodi interessati.

Gli antibiotici non sono indicati nella maggioranza dei casi, riservandoli ai casi più gravi e con interessamento sistemico. L’azitromicina (terapia di 5 giorni) può ridurre le dimensioni dei linfonodi in pazienti con linfoadenopatia grave e dolorosa, ma non influisce sulla durata della stessa.

Nei soggetti immunocompromessi si possono utilizzare:

Non efficaci la penicillina e l’amoxicillina.

La prevenzione della MGG si basa sul: