GLI SCORPIONI IN ITALIA
Dott. Luciano Schiazza
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Specialista in Leprologia e Dermatologia Tropicale
c/o InMedica - Centro Medico Polispecialistico
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Gli scorpioni sono animali velenosi e pertanto vi è sempre grande timore non solo se li troviamo vicini a noi, ma anche al solo pensarli. Fortunatamente le specie presenti in Italia, pur disponendo di veleno, sono inoffensive. Scarsa o nulla è l’aggressività nei confronti dell’uomo, il veleno è pochissimo attivo, e quindi, in caso di puntura (con effetti inferiori alla puntura di un’ape), l’atteggiamento deve essere rassicurante.
Tuttavia, l’arrivo incontrollato di scorpioni pericolosi di origine tropicale potrebbe modificare questo comportamento. Un esempio è la notizia del 10 Agosto 2007 riportata dal Tgcom, relativa a ciò che è accaduto all’aeroporto della Malpensa come conseguenza di attività commerciali con paesi extraeuropei. Sicuramente nascosti in un carico di legname di Terminalia sericea, proveniente da Nairobi, sono stati visti passeggiare tranquillamente nel deposito cargo tre esemplari di Parabuthus granulatus.
Il loro morso può uccidere e in Italia non esiste antidoto perché questa specie di scorpione è diffusa solo in alcune zone dell'Africa, in particolare Angola, Botswana, Namibia, Sudafrica e Zimbabwe.
Gli scorpioni presenti in Italia sono molto piccoli e, fortunatamente, innocui per l’uomo.
Appartengono perlopiù al genere Euscorpius. Anche il Buthusdovrebbe essere presente in Italia con la specie “Buthus occitanus”.
Il genere Euscorpius è uno dei più sinantropici della famiglia degli Euscorpiidae. Le diverse specie di Euscorpius, pur considerando le dimensioni, la forma e i colori (parametri puramente indicativi e non vere e proprie chiavi di riconoscimento) sono difficili da identificare a vista perché assolutamente simili. La localizzazione geografica di ritrovamento potrebbe essere un aiuto in più. La vera e propria chiave di riconoscimento delle diverse specie di Euscorpius, è localizzata nella faccia ventrale delle chele: qui ci sono strutture speciali, chiamate “tricobotri”. Sono rigonfiamenti chitinosi molto piccoli con al centro un “botrio” , cioè una struttura sensoriale tattile. Il numero e la disposizione dei tricobotri è tipica per ogni specie.
Dell’Euscorpius in Italia si riscontrano le seguenti specie:
Caratteristiche comuni delle specie di Euscorpius italiane:
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Le chele grandi, in rapporto alle dimensioni generali
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la coda sottile
Sono di indole solitaria. Si nutrono di zanzare, mosche e scarafaggi. Hanno abitudini notturne, sono carnivori e predatori come i ragni, catturano vari insetti e altre prede con le loro chele. Sono cacciatori che mangiano tutto ciò che le loro dimensioni permettono. Vivono benissimo con un pasto alla settimana e possono rimanere digiuni per mesi.
Lo scorpione teme fortemente l’uomo e lo punge in rari casi, solo se stuzzicato, afferrato con le mani o schiacciato a piedi nudi. Timidi e di abitudini rigorosamente notturne (evitano la luce e amano il caldo), di giorno stanno nascosti in anfratti, sotto le pietre. Di notte invece , sono animali molto attivi, che esplorano il territorio molto accuratamente e decisamente vivaci. Sono sensibilissimi all’umidità e in ambienti troppo secchi si disidratano rapidamente e muoiono; se fa freddo non soffrono, si limitano a rallentare il loro metabolismo.
A dispetto di quanto li si dipinga aggressivi, gli scorpioni non sono affatto desiderosi di pungere anzi, il fatto stesso di averli stanati, li terrorizza quasi fino a paralizzarli in una posizione contratta di difesa, con zampe raccolte contro il corpo e "coda" piegata minacciosamente sulla schiena. La fuga, infatti, è l’arma difensiva più usata dagli scorpioni italici.
Gli esperti affermano che se uno scorpione nostrano dovesse camminare su di una mano non vi sarebbe pericolo di puntura perché mai lo farà sul substrato su cui poggia le zampe.
In genere la puntura della coda dove inietta il veleno è usata principalmente a scopo di difesa, raramente per offesa, solo in casi particolari quando deve immobilizzare prede di grandi dimensioni o pericolose; infatti, per cacciare, in genere usa le sue potenti chele. Sembra che possano addirittura spruzzare lontano il veleno in situazioni di grande pericolo e stress. Ciò è stato osservato in terrario e perciò in condizioni in cui la fuga è impossibile, nelle specie sicanus e flavicaudis, con individui giovani.
E’ facile identificare l’Euscorpius per il suo caratteristico colore nero o bruno molto scuro. Raramente si possono osservare degli Euscorpius di colore chiaro: di solito si tratta di esemplari in giovane età.
Come aracnidi, (Fig.1) gli scorpioni hanno vicino alla bocca degli organi chiamati cheliceri, piccoli, seguito da due pedipalpi molto sviluppati, e quattro paia di zampe che terminano ognuna con due paia di unghie. I pedipalpi, a forma di tenaglia, sono usati principalmente per catturare le prede e per la difesa, ma sono anche ricoperti di diversi tipi di peli sensoriali. Il corpo è diviso in due zone principali, il cefalotorace o prosoma e l’addome o opistosoma.
Il cefalotoraceè coperto sopra da uno scudo unico, il carapace (o guscio della testa). Hanno sei occhi, due mediani grossi sopra la testa e quattro piccoli laterali nelle zone periferiche della testa.
L’addome consiste di 12 segmenti distinti, 7 costituiscono il mesosoma o preaddome mentre gli ultimi cinque formano ciò che viene comunemente chiamata “coda” o metasoma o postaddome. Al termine dell’addome c’è il telson (o pigidio), che ospita una struttura a forma di bulbo che contiene le ghiandole velenifere e un aculeo incurvato per iniettare il veleno.
Nel lato inferiore, lo scorpione ha un paio di organi sensoriali unici chiamati pettini; nel maschio sono solitamente più grandi e hanno più “denti” e si suppone rilevino la conformazione del terreno su cui camminano e fungano da chemocettori per individuare feromoni della propria specie di scorpione.
Sono ovivipari. Le gestazione va dai 7 ai 13 mesi (dipende da quando è avvenuto l'accoppiamento); partoriscono da 5 a 30 piccoli alla volta, completamente formati , lunghi pochi mm, bianchi e mollicci. Questi vengono trasportati sul dorso della madre nel corso delle prime due mute. Dopo la prima muta, i giovani iniziano progressivamente ad allontanarsi sempre di più, fino alla completa indipendenza acquisita dopo la seconda muta. protetti ferocemente dalla stessa, imparando a scendere ed esplorare il territorio sotto.
Gli Euscorpius spp sono in genere fra gli scorpioni meno tolleranti verso i congeneri e sono di indole solitaria. Casi di cannibalismo non sono rarità sia per gli esemplari liberi in natura sia per quelli che vivono in terrario.
Euscorpius italicus
E’ la specie più grande presente in Italia (può raggiungere la lunghezza di 5-6 centimetri).
Si presenta di solito di colore nero, ma può variare fino al bruno, con il telson e le zampe che possono tendere al rossiccio. Non è raro che venga trovato in case, legnaie, o cantine. Gli adulti di grandi dimensioni sono abbastanza identificabili. La coda sottile (tipica delle specie, poco o niente velenosa) è tipica di tutto il genere Euscorpius. Solo la disposizione dei tricobotri, può permettere di distinguerlo dalle altre specie dello stesso genere.
E’ una specie molto diffusa in Europa. Oltre all’Italia, è presente nel Nord Europa, nei Balcani, Russia, Turchia, Grecia, Nord Africa.
Euscorpius flavicaudis
E’ una specie diffusa nell’Europa occidentale: Spagna, Francia, Inghilterra ed Italia. In Italia, sembra diffuso soprattutto nel settore occidentale e tirrenico.
Specie di grandi dimensioni (dai 35 ai 45 mm, ma sono noti esemplari più grandi), presenta un colore scuro, bruno fino al nero, con spesso il telson e le zampe più chiare, tendenti al giallo-rossastro. Ama i luoghi umidi ed è amante dei prati molto più della specie italicus. Non disdegna però vivere nei ruderi, sotto pietre e manufatti umani, ma questo avviene normalmente più a nord dell’Italia (Inghilterra ad esempio).
Per distinguerlo con certezza dalla specie italicus è necessario osservare la disposizione ed il numero dei tricobotri. Come dato accessorio, è una specie in grado di digiunare lungamente e capace di cannibalismo sia verso la propria specie sia di altre specie.
Euscorpius alpha
E’ una specie riconosciuta ufficialmente solo dal 2000. Prima era considerata sottospecie dell’E. germanus. Da questo è indistinguibile ad occhi nudo, ma è separato in modo netto dal corso del fiume Adige. Ad est sono presenti E. alpha, ad ovest E. germanus. E’ un piccolo scorpione (normalmente le dimensioni sono inferiori ai 3 cm) che vive nella regione alpina italiana e svizzera, è nero , con zampe e telson neri. Ama quindi la montagna, le zone umide, sotto le pietre ed è discretamente sinantropo.
Euscorpius gamma
Anche questa specie è di recente riconoscimento, E’ diffuso ad oriente (Friuli, Slovenia, area balcanica, Austria), e molto simile anche alla specie germanus. Specie piccola (dimensioni inferiori ai 3 cm), scura (nera, ma è possibile esistano sfumature rossastre o brune), vive in altura, in ambienti umidi, sotto le pietre, o in crepacci. Poco sinantropo
Euscorpius germanus
E’ una delle specie meno sinantrope in assoluto e vive in altitudine (fino a 2000 metri), in zone molto umide. E’ la specie più piccola: in media è compreso fra i 18 e 30 mm. Il colore è nero normalmente, con possibili sfumature brune. Si trova in Austria, Balcani, Svizzera, alpi italiane.
Euscorpius sicanus
Specie di recente riconoscimento, essendo prima inclusa nella specie “carpathicus”. Scorpione di dimensioni medie (30-40mm) è la specie più frequente nel sud Italia e nel centro-sud adriatico. Può presentare colorazioni anche molto chiare al punto da identificarli con “Buthus” italiani: in realtà è stato dimostrato trattarsi di esemplari insolitamente chiari di E. sicanus. Presentano 5 tricobotri , ed è il solo modo per distinguerli con certezza dalle specie tergestinus. E’ una specie molto sinantropa e spesso vive in città.
Euscorpius tergestinus
Di recente riconoscimento, è però quella che presenta la maggiore variabilità di dimensioni e colori. Anche questa specie apparteneva alla specie “carpathicus”. Le dimensioni sono medie (30-40mm). E’ prevalente al nordest, nelle zone adriatiche e sembra assente dall’Italia meridionale. Convive con la specie sicanus. Distinguerlo dalla specie sicanus è impossibile, se non si tiene conto della zona di rinvenimento e non si osservano i tricobotri (ne possiede 4 , mentre il sicanus 5). E’ abbastanza sinantropo e talvolta di colore molto chiaro.
Buthus occitanus
Da qualche anno è stata introdotta involontariamente in Italia un'altra specie di scorpione, il Buthus occitanus, riconoscibile per il colore giallo e le chele sottili, non ingrossate. E’dotato di un veleno più potente e quindi relativamente pericoloso. E’ spagnolo ma si trova anche nel Nizzardo (costa azzurra) ed è probabile che esista anche sulla frontiera italo francese. In un film degli anni 50, “ Marcellino pane e vino”, che si svolgeva in Spagna, il bimbo, punto da uno scorpione sembrava dover morire. Era il Buthus. Questi infatti provoca una febbre molto alta per almeno due giorni. Tuttavia la pericolosità degli esemplari europei non è certamente pari agli esemplari del nord Africa (la conseguenza della cui puntura presenta una incidenza di morte del 2 per mille).
Habitat naturale
L'habitat naturale degli scorpioni italiani sono le zone umide, specialmente zone di montagna dove l'umidità è alta, sia per la presenza di corsi d'acqua o di falde acquifere; si possono trovare facilmente sotto i sassi. Le fessure delle rocce ed i vecchi muri sono per loro ottimi rifugi.
Possono però arrivare in casa specialmente nelle abitazioni di campagna, ove ci sia umidità e calore; quindi ambienti ideali le docce ed i bagni.
Se la zona dove si abita è frequentata dagli scorpioni sarà opportuno sigillare sempre il tappo della doccia quando non in uso.
La disinfestazione ha senso solo in caso di una vera e propria infestazione e quindi se gli esemplari presenti in casa sono decine.
Cosa fare in caso di puntura
Innanzitutto occorre sottolineare come la puntura dello scorpione avviene generalmente in maniera accidentale, casuale o per imprudenza (sollevare una pietra, mettere le mani in un anfratto, camminare a piedi nudi). Innanzitutto occorre mantenere la calma! Non bisogna applicare lacci che stringano la zona dell’arto colpito né aspirare con la bocca.
Il trattamento è generalmente sintomatico:
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immobilizzare la zona colpita,
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spremere la pelle per estrarre il veleno,
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applicare del ghiaccio (coperto da un telo per evitare danni da freddo alla cute) per attenuare il dolore.
Sarebbe consigliabile altresì contattare il centro antiveleni più vicino e identificare, se possibile, lo scorpione. Se le manifestazioni sono più gravi ma comunque limitate alla zona di puntura (dolore particolarmente intenso, gonfiore significativo) possono essere consigliati farmaci antidolorifici e antiedematosi. Se invece le manifestazioni assumono carattere generale, potenzialmente pericolose per la vita, è necessaria l’ospedalizzazione. Maggior riguardo ovviamente si deve usare nel caso in cui siano i bambini ad essere punti.
Due parole riguardo i sieri. I sieri sono specifici per ogni specie. Conseguentemente a livello nazionale non vengono forniti sieri specifici per specie che non abitano il proprio territorio. L’efficacia del siero, inoltre, diminuisce se l’iniezione è somministrata a distanza di un’ora dalla puntura dello scorpione.