Fumo di sigaretta e apparato respiratorioTipiche manifestazioni polmonari dei fumatori sono la bronchite cronica, l’enfisema e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Con bronchite cronica si definisce una condizione in cui vi è una produzione di muco tracheobronchiale, accompagnato da tosse ed espettorato, per almeno tre mesi all’anno, da più di due anni di seguito. Con enfisema si definisce la dilatazione degli spazi aerei posti dopo i bronchioli terminali (acini) con distruzione dei setti alveolari, Ciò implica una alterazione della superficie alveolo-capillare di scambio gassoso con compromissione del rapporto ventilazione/perfusione, normalmente pari circa a 1 (5-6 litri di sangue venoso/minuto, 5 litri di aria inspirata/minuto). Il deteriorato scambio gassoso implica conseguenti alterazioni dei gas del sangue. La BPCO consegue alla bronchite cronica e/o all’enfisema, entrambe in grado di determinare una diminuzione di calibro delle vie aeree. Tutti i componenti del sistema respiratorio subiscono, a causa del fumo, una accelerazione del declino naturale delle loro funzioni con riduzione del volume espiratorio massimo/secondo (FEV1) calcolato in 10-20 ml/anno in meno rispetto ai non fumatori con una netta relazione alla quantità di sigarette consumate ed alla età di inizio del fumo. Infatti nei giovani fumatori vi è una diminuzione della velocità di crescita del FEV1 nell’adolescenza con conseguente ridotta funzione massimale del FEV1, prematuro inizio del declino del FEV1 che risulta poi accelerato durante la mezza età e la vecchiaia. Si ritiene che l’induzione della BPCO dipenda da un alterato equilibrio enzimatico (elastasi-antielastasi). In particolare si avrebbe o una carenza di alfa-1-antitripsina (proteina inibitrice della tripsina, dell’elastasi e di altri enzimi proteolitici) o una concentrazione di enzimi proteolitici superiore al potere inibitorio degli alfa-1-proteasi-inibitori.Questi ultimi enzimi hanno una funzione protettiva sull’integrità strutturale dell’elastina polmonare, necessaria a garantire la trazione radiale di sostegno alle vie aeree per una corretta velocità di flusso espiratorio massimo. Il fumo attraverso reazioni infiammatorie ricorrenti richiamerebbe leucociti e macrofagi nei polmoni con conseguente rilascio di proteasi che, in assenza di adeguata inibizione, indurrebbero il danno. A ciò si aggiungerebbe la relativa deficienza di vitamina C, la maggiore sostanza antiossidante presente nel fluido che tappezza gli alveoli, privando l’organo di adeguata azione antiradicali liberi. |
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